Quale indirizzo dare alla propria attivita’ di
insegnante? Quale metodologia didattica utilizzare per la formazione dei propri
allievi?
Lavorare solo ed unicamente per una formazione volta
alla creazione di futuri agonisti o parimenti dare ai propri corsi l’impronta
della socialita’ preoccupandosi piu’ della coesione e del coinvolgimento emotivo
dei frequentatori piuttosto che del perfezionamento della tecnica e
dell’interpretazione individuale?
Credo sia questo il primo quesito che la maggior
parte degli insegnanti in erba dovrebbe porsi (oltre alla scontata domanda che sembra andare sempre piu' di moda tra le nuove e spesso impreparate leve ... ossia ... ci guadagnero' ? ) all’inizio della prima esperienza sul
campo, cioe’, a contatto con un gruppo di aspiranti allievi.
Ovviamente se l’insegnante proverra’ da un passato
di tipo agonistico, cioe’ improntato sul capillare studio della tecnica e
dell’interpretazione coreografica, tendera’ ovviamente ad applicare le proprie
tecniche di apprendimento anche nella sua personale esposizione didattica privilegiando
il capillare e ridondante insegnamento dei particolari.
Personalmente ritengo, sulla base di una ormai
annuale esperienza sul campo, che una ben bilanciata comunione di intenti,
ossia una metodologia didattica che mescoli in parti uguali nozioni prettamente
tecniche ad altre piu’ ludiche e rilassanti sia la via migliore per dare
indicazioni all’insegnante sulla futura strada da far intraprendere ad ogni
singolo allievo.
L’insegnante dovra’, inoltre, saper dimostrare di
possedere una buona capacita’ di interfacciamento con i propri allievi
comprendendone il proprio personale stato d’animo e soglia di attenzione in
ogni momento della lezione.
Sara’ proprio la capacita’ dell’insegnante di
riuscire ad interpretare la predisposizione di ogni singolo allievo a fare la
differenza tra lo svolgimento di una lezione noiosa e poco costruttiva ed una
lezione divertente e ricca di positivi contenuti sia didattici che tecnici.
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